SOLUZIONE
Chiave risolutiva:
“C, A, N, tanti; DU e T, tanti”
Soluzione:
- CANTANTI DUETTANTI -
Quello strano ciuffetto in mezzo alla fronte
Antichi dipinti mostrano una raffigurazione del volto di Gesù che fa riferimento a quello dell'Uomo della Sindone in maniera davvero impressionante(occhi grandi, naso prominente, asimmetria delle guance ecc.) Primo fra tutti uno sbarazzino ciuffetto in mezzo alla fronte alla radice dei capelli, del quale - davvero - non se ne comprende la ragione. A meno che non si faccia riferimento a quella epsilon rovesciata che nella Sindone rappresenta una macchia di sangue, il cui andamento sinuoso è motivato da rughe della fronte, ovvero pieghe della pelle dovute a dolore spasmodico. Essendo quello dei dipinti un Gesù trionfante, non era cosa confacente il rappresentarlo sofferente e sconfitto. Ecco perché il curioso rivolo di sangue fu tramutato in un ancor più curioso ciuffetto in mezzo alla fronte, alla radice dei capelli.
L' "incontrovertibile" verdetto del radiocarbonio
Incontrovertibile e definitivo, senza appello, insomma, fu definito il verdetto dell'indagine al carbonio 14 (radioattivo) a cui fu sottoposta la Sindone nel 1988 dai tre laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo. E invece non ci fu indagine più mal eseguita. Tra sospetti e bugie davvero inaccettabili furono le condizioni unilaterali poste dai carbonisti. Non vollero cattolici. Nemmeno in veste di semplici osservatori. Non accettarono la collaborazione con gli studiosi statunitensi (quasi nessuno cattolico) che nel 1978 sottoposero il lenzuolo ad una seria inaudita di studi effettuata con strumenti i più sofisticati al mondo. Non rispettarono il protocollo che prevedeva d'effettuare l'indagine alla cieca. Senza sapere cioè, assieme a campioni di riferimento, quale fosse quello della Sindone. Non permisero mai ad alcuno di controllare i complicati calcoli empirici che portarono al risultato di falso medioevale compreso nel periodo 1260-1390 d.C. Non tennero conto della importanza della perfetta pulizia del campione esaminato. La Sindone infatti subì incendi, ostensioni con esposizioni a contatto con candele accese, mani d'uomo e con lenzuoli da cui vennero ricavate copie pittoriche dell'originale. Onde tastarne l'autenticità, la Sindone fu persino immersa nell'olio bollente.
Leonardo da Vinci
C’è chi ha ipotizzato la Sindone un’opera del genio dei geni, ossia, Leonardo da Vinci. Vien subito da chiedersi: c’è qualcosa a questo mondo che non sia stato attribuito a Leonardo? Il fatto è che la Sindone venne venduta a Ludovico di Savoia da Margherita de Charny il 23 marzo 1453 e Leonardo, nato il 15 aprile dell’anno precedente, aveva 11 mesi e 8 giorni. D'accordo che fosse precocissimo, ma c'è un limite a tutto! Morale: se davvero ne fosse lui l’autore, si tratterebbe di un miracolo più sbalorditivo della veridicità del telo.
Il codice Pray
A Budapest è conservato una miniatura (Codice Pray) risalente al 1192-1195, su cui è riportato l'Uomo della Sindone con le dita che non mostrano i pollici e con otto piccoli fori, così come si presentano sul lenzuolo, causati da un incendio precedente a quello di Chambery.
Incendi
La Sindone ha subito, con quello del 1997, almeno tre incendi. Il più terribile è quello di Chambery (Alta Savoia) del 1532. Chiusa in una cassa d'argento, le gocce del metallo fuso hanno procurato delle profonde bruciature che han solcato nel lenzuolo una sorta di binario intervallato da vistose toppe triangolari.
Le clarisse
I rammendi successivi, operati dalle clarisse di Chambery sono stati effettuati con tale amore e cura da risolversi in una magistrale abilità. Alcuni sono così ben fatti da meritarsi l'appellativo di invisibili.
I pollini
Lo svizzero Max Frey, famoso palinologo, ha riscontrato sulla Sindone pollini esclusivi della zona di Gerusalemme e del bacino del Mediterraneo.
Il tragitto della Sindone
Il tragitto della Sindone nei secoli: da Gerusalemme in Turchia (Edessa, oggi Urfa) e quindi a Istanbul. E quindi, sfiorando le coste della Grecia, della Sicilia e della Sardegna, attraverso il golfo del Leone, fino a Lirey (vicino a Parigi). Infine a Chambery e quindi, dal 1578 a Torino.
La prima fotografia
Le prime fotografie effettuate sulla Sindone sono opera d'un dilettante torinese, tal Secondo Pia. Non fu cosa facile. Sia per ottenere i permessi e sia per effettuare un'operazione per niente semplice per quel tempo. La cosa sconvolgente fu che il negativo fotografico della Sindone si dimostrò un positivo, semplicemente perché è la Sindone stessa un negativo naturale. Col formarsi dell'immagine nel bagno di sviluppo, Secondo Pia, dall'emozione, fu sul punto di svenire. Quell'immagine, anche per gli incredibili particolari che mostrava, si dimostrò una sorta di apparizione.
Sindonologia
Dopo le prime foto e l'ottenimento del negativo dimostratosi positivo, la Sindone fu sottoposta ad una serie inimmaginabile di studi. Oggi è diventata una vera e propria scienza a tutti gli affetti: la sindonologia. Essa comprende le seguenti branche: anatomia, antropologia, biologia, chimica, diritto romano riguardante la crocifissione, edomatica, esegesi biblica, fisica, fotografia, iconografia, informatica, matematica, microbiologia, microscopia, numismatica, palinologia, patologia, radiologia, scienza dei tessuti, storia, storia dell'arte, storia della cultura, teologia, traumatologia e usi ebraici di sepoltura.
Vide e credette
Narra il Vangelo che Giovanni e Pietro si recarono al sepolcro. Arrivò prima il più giovane dei due che si limitò a sbirciare lasciando entrare Pietro. Il quale vide e credette. Il testo greco riporta i tre verbi Bl(e)pèin, (t)zorèin e Idèin che significano, nell'ordine, 'scorgere', 'osservare' e 'vedere e capire'.
Cosa capì Pietro? Egli comprese che da come era rimasta la Sindone con gli altri pannolini non c'era stata manomissione. Come se il telo si fosse afflosciato su se stesso per smaterializzazione del corpo in esso contenuto.