giovedì

ANAGRAMMI ...ELETTORALI

Eccovi le foto di alcuni politici del passato e del presente. Sotto, gli anagrammi dei loro nomi.
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Poi leggete i brani che seguono.

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- MURX LAVA I LURIDI –


- NON E' PERTINI -


- LA DA'-'NEIN'? CHE SANTA! -

- NON FA PERDER I "DI-CI" SANI! -

- CERCA, IMITA DIO -

- PER I TONI, DIO NATO! -

- IO BEL RITIRO, LO VEDI? -

- BELL'INVISO? SICURO! -

- SI E’ FATTO BRUTTINO -

- RIBOLLE CON I SE -

- CHI MAL BRAMI, BELLA? -

- CARTELLI O BORDERO’ -

- FAR TRA COSE SCONCE -

- W L’INTER! V’E’ ALTRO? -

- MENTE AL C.S.M.? LETALE! -

- SPORCARE CIAO? NO! -
- ELLA C’E’ E CONGIURA -

- CI RIFA'? NON FINGA! -

- L'ANDRO' A FAR LI'? NO? -
- SARO’ LA MISSINA NEL SUD -


- C’ESCON FURTARELLI -

- DA MESI S’AMMALO’ -

SE IL GIOCO EDIPICO ENTRA NELL’URNA, PER LE PROSSIME POLITICHE VOTIAMO ANAGRAMMA

PIER FERDINANDO CASINI?
NON FA PERDER I “ DI-CI’ ” SANI!

Che i politici siano degli spostati, c'è chi lo pensa. Specie in tempo di elezioni come l'attuale. Ma noi sposteremo invece le lettere dei loro nomi e cognomi per vedere cosa succede.
Il posto d'onore lo diamo al cavaliere favorito del torneo, cosicché il prode (il Prodi è ben altra cosa!) "Silvio Berlusconi" diventa "Bell'inviso? Sicuro!". Ma anche - aggiungerebbe Veltroni: - "Si curò il bel vison!".
Per la destra che destra non è più c'è naturalmente "Gianfranco Fini" (il "del...Fini" del Re) con un eloquente: "Ci rifà? Non finga!" e per la destra che destra rimane, s'impongono gli attributi della testosteronica Giunone "Daniela Santanché" con l'eclatante: "La dà-'nein'? Che santa!".
L'anagramma (questo il nome del gioco) veste bene anche "Michela Brambilla", la rossa dalle rombanti autoreggenti che non è di Maranello, con un attillato: "Chi mal brami, bella?"
E non fa una grinza nemmeno al sempre concentrato e pugnace "Giulio Tremonti" che con un rimbombante "Ti mento, lo giuri?", sembra costringerlo a scimmiottare l'odiato Di Pietro quando Di Pietro è all'acme d'un'accesa diatriba. A proposito dell'ex magistrato, per lui c'è un "Per i toni, Dio nato!" che gli rimpie la faretra di saette e farebbe defilare Giove con la coda fra le gambe, manco fosse l'ultimo degl'inservienti dell'Olimpo.
Al rubizzo "Roberto Calderoli", sempre sull'orlo d'una crisi ... alcolemica, va giù ch'è un amore: "Brillo? Reato credo!".
Mentre a "Oliviero Diliberto", "Io bel ritiro, lo vedi?" s'addice più che le spoglie di Lenin al Cremlino.
Per quanto si sia sforzato di limare gli spigoli quand'era presidente della Camera, "Fausto Bertinotti", torna alle estreme col suo "Fu bottin settario".
E, infine, se il tentennante "Enrico Boselli", "Ribolle con i se", il dandy "Pieferdinando Casini" s'incipria con "Non fa perder i 'di-cì' sani". E spero che consentiate all'ansante anagramma, che tanto ha dato in queste poche righe, quella licenza edipica ("di-cì" per "Diccì") che farebbe storcere il naso ai puristi.

Leone Pantaleoni
Enigmista
Politici consegnati, oltre che alla storia, alle acuminate grinfie dell’enigmista

PIETRO NENNI?...NON E’ PERTINI

Se gli è comunemente imputato di non spostarsi dalla poltrona, noi sposteremo invece le lettere del loro nome e cognome, per vedere cosa ne vien fuori. Parliamo di leaders politici. Di uomini o già consegnati alla storia o sul punto di esserlo. Primo esempio? Ma il Divo Giulio, naturalmente. Non ‘Giu’ come Giuda, a quanto pare, visto che non di trenta ma di otto monete è sinonimo. Il suo anagramma è infatti: "Denari? Otto Luigi". Nient’affatto venale l'altro vecchio "Ciriaco De Mita". Lui, un po’ asceta e un po’ filosofo della politica, ci fornisce un "Cerca, imita Dio" ambizioso ed eloquente ma anche al limitar della paranoia. Ambivalenza sia per "Arnaldo Forlani" che con "L'andrò a far lì? No?" sembra aver sostituito la Gardini nella fisiologica diatriba con Luxuria, e sia per il "Giacomo Mancini" del "Mangiò con amici". In che sesso e in che senso, per capirci. Non propriamente edificante l'anagramma di "Gianni De Michelis" (Che simili indegna"). "Bettino Craxi" si triplica nella trimurti canora "Nec, Britti, Oxa" e, sempre in tema canzonettaro, "Palmiro Togliatti" ("Gli portai il matto") s'intona al tema dell’incoronato Cristicchi del Sanremo 2007.
Fuor di metafora, "Luciano Lama" con "Mai cala l'uno" e "Massimo D'Alema", con "Dammi l'asso a me!", ci rimandano all'italianissimo gioco delle carte. Chiaro monito a non reiterare il reato a "Cirino Pomicino" ("Poi ricominci, no?") ma anche a non soffocare il carisma nella noiosa verbosità a "Marco Pannella" ("Carma, non palle!"). "Luciano Violante", chissà perché, "Evitò una collina" (della monnezza del disonore?) mentre "Giovanni Spadolini" dimostra tutto il suo ariostesco vigore con "gli dannò, poi insavì" . "Macinò carne" ci mostra un "Enrico Manca" in cuciniera versione ‘al sangue’”, mentre "Giuliano Amato" ci risolleva alla dimensione socratica di discepoli esclamanti: "Noi? La tua 'imago'!". Metafora un po’ calcistica e un po’ scacchistica per "Oscar Luigi Scalfaro" ("Lui fa gol? S'arrocca? Sì?") ed autentico canto di vittoria dedicato alla pugnace Dietlinde bolzanina per "Enrico Berlinguer" ("CNN? Eroi? Gruber è lì!"). "Claudio Martelli" se la piglia con la impassibilità del 'Piacione' ("Mai caldo Rutelli!"). Del tutto coerente con la sua evangelica ed esemplare condotta "Alcide De Gasperi" ("D'egli è darsi pace") e da ultimo non ci resta che "Pietro Nenni". Che con il suo "Non è Pertini", solo in apparenza lapalissiano, ci lascia letteralmente con la fumante pipa in mano.

Leone Pantaleon
Enigmista


PECORARO SCANIO-ANA…DRAMMA

Da enigmista con buona anzianità di servizio, sperando che non diventi … verde di rabbia, dedico a Pecoraro Scanio tre anagrammi (parole o frasi diverse formate dalle medesime lettere cambiate di posto). E cioè:
1) Penò, ora s’accori (soffrì le critiche, adesso si penta).
2) Ora scia, porcone! (alla faccia delle critiche, se la sta godendo sulle nevi, il libertino!).
3) Sporcare-ciao? No! (commento superfluo).

Leone Pantaleoni













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